Il gioco di sinergie e contrasti audiovisivi fa della sequenza di apertura di Ridge Racer Type 4 (Namco, 1998) un elegante preludio a un’esperienza videoludica dal raffinato gusto estetico.
Namco presents.
Audio e video sfumano in entrata, mentre la camera zooma eloquentemente sul controllo volume di uno stereo. Vediamo un viso di donna in primo piano, ma i suoi occhi sono fuori dal campo. Esattamente con in un film, compaiono dei nomi in sovrimpressione: Reiko Nagase è l’attrice virtuale che domina il videoclip, mentre i nomi seguenti appartengono ai racing coach che incontreremo una volta iniziato il gioco vero e proprio. Questa scelta di creare una sorta di microcosmo videoludico non è puramente stilistica: sul finire del millennio, Namco comprese che le proprie produzioni per l’home entertainment avrebbero dovuto offrire qualcosa di più totalizzante rispetto al tradizionale concetto di “arcade at home”. Il noto connubio tra donne e motori è il leitmotiv di questa sequenza di apertura dal ritmo alternato: Reiko si è appena svegliata, la vediamo di spalle seduta sul letto. La canzone è appena iniziata e risente del riverbero delle pareti della stanza, quasi disturbata dai rumori di fondo.
Appena Reiko getta uno sguardo dalla finestra viene immediatamente montata l’immagine di un bolide che ci romba in faccia, il tutto in perfetta sinergia con la base musicale. Si creano così due binari paralleli destinati a incrociarsi: la gara si sta svolgendo proprio nel momento in cui Reiko è a passeggio in cerca di qualcosa, quasi sospinta dal vento. Le sue espressioni facciali sono provviste di un’ampia gamma di sfumature, indispensabili per conferire la giusta credibilità al personaggio.
La gara infuria sempre più lungo il circuito: un’auto perde il controllo e sbatte la fiancata lungo il bordo pista. Nell’istante successivo Reiko cammina lungo una galleria, quando inciampa e perde l’equilibrio. La musica si interrompe. Questa scena simbiotica si conclude con l’inquadratura del tacco spezzato di una scarpa, che la ragazza osserva con stupore e disappunto.
La musica riparte. Un’auto da corsa riesce a portarsi in testa superando gli avversari: alla sua guida si trova il ridge racer, l’imbattibile pilota che il giocatore sarà chiamato ad interpretare.
Reiko cammina a fatica, al fianco regge la borsetta e la scarpa con il tacco rotto. Si ferma a qualche metro di distanza dalla galleria, al margine di una strada che dà su una scogliera. Sbuffa, attende qualcosa, o qualcuno.
Il pilota ormai è solo; ha lasciato indietro il gruppo ma accelera ancora, come in risposta all’implicita richiesta di Reiko. Il bolide sfugge all’inquadratura durante una derapata. L’auto ora percorre la galleria: la luce alla fine del tunnel è di un bianco abbacinante, e anticipa il climax del filmato.
L’inevitabile incontro tra Reiko e il pilota avviene solo apparentemente per caso, con lei che si sporge sbarazzina a mo’ di autostoppista e lui che la vede di sfuggita, attraverso una brillante zoomata invertita che richiama lo specchio retrovisore.
L’auto si ferma dolcemente, insieme alla musica. La camera è posta all’interno dell’auto. Il riflesso del casco del pilota sul finestrino scompare gradualmente mentre il vetro viene abbassato. Reiko intanto è visibile nello specchietto laterale, si avvicina fino ad affacciarsi al finestrino e sfodera un sorriso raggiante all’imperturbabile pilota. Dissolvenza, inquadratura a terra: i piedi di Reiko, calzati solo per metà, scompaiono dietro al portello aperto dell’auto, che si richiude con un colpo deciso.
La musica si impenna e l’auto scompare lungo una discesa, lasciando spazio al mare sullo sfondo. Nella scena conclusiva l’auto sembra solcare l’asfalto come se fosse una barca a vela, mentre si avvicina sempre più al traguardo, una meta che si intravede tra lampi di luce che abbagliano lo schermo.
Welcome to the world of Ridge Racer: Reiko Nagase è parte integrante del mondo finzionale creato da Namco, e viene introdotta come una donna alle prese con la vita di tutti i giorni. Non è una semplice valletta, ma una sorta di personificazione del gioco stesso, che si completa una volta salita a bordo del veicolo.
L’idea di conferire un background di questo tipo a un personaggio virtuale poco significativo rientra nel contesto immersivo di un titolo esteticamente sofisticato, aperto da una sequenza che offre le giuste premesse al giocatore attraverso ottime soluzioni registiche.
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Note
- Il brano di sottofondo del videoclip si intitola Urban Fragments, ed è un adattamento del brano udibile durante i titoli di coda, One More Win (composto da Hiroshi Okubo e cantato da Kimara Lovelace). Nei brani disponibili durante le gare è inoltre presente un remix techno della canzone intitolato Movin’ in Circles.
- Reiko Nagase è la testimonial ufficiale della serie, sebbene sia stata rivista e corretta attraverso ogni iterazione, assumendo sempre più l’immagine di una lolita priva di elementi sufficientemente caratterizzanti.
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